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Circ. n. 21/2023

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Circ. n. 21/2023

INFLAZIONE PROGRAMMATA IPCA al netto del prezzo dei beni energetici importati COMUNICAZIONE ISTAT 2023

giani.c@confcooperative.it

Come noto, l’ISTAT elabora da diversi anni l’indice inflattivo IPCA che rappresenta L’INDICATORE CUI FARE RIFERIMENTO PER IL RINNOVO DEI CCNL.

Nell’Accordo interconfederale di riforma degli assetti contrattuali cooperativi siglato tra Centrali Cooperative e CGIL, CISL e UIL il 12 dicembre 2018(1) tuttora in vigore, si continua a far riferimento a questo parametro, sottolineando però alcune specifiche modalità da utilizzare in sede di rinnovo contrattuale qui richiamate:

  • aumento dei minimi tabellari da negoziare secondo le regole condivise nel singolo settore e in funzione, ma non esclusivamente, degli scostamenti registrati nel tempo dall’IPCA al netto degli energetici importati, evitando quindi che con esso si identifichino in modo automatico e meccanico le dinamiche complessive e gli andamenti specifici di ogni settore. Ogni CCNL, infatti, potrà modificare i valori minimi tabellari anche in ragione di altri fattori quali, ad esempio, i processi di trasformazione o di innovazione organizzativa;
  • al momento non utilizziamo nessun meccanismo automatico di verifica dell’andamento di tale indice una volta decorsa la vigenza contrattuale.

Ciò detto, l’ISTAT con la comunicazione di questa mattina (allegata) certifica:

  • l’inflazione reale dell’anno 2022 e il suo scostamento da quella programmata precedentemente;
  • la nuova previsione dell’inflazione per il periodo 2023-2026;
  • alcune marginali variazioni nei dati dell’inflazione reale registrata per gli anni 2019, 2020 e 2021 e certificata in passato - che tendono tuttavia a compensarsi se consideriamo l’intero triennio 2019-2021 per il quale si registra complessivamente un leggerissimo +0,2 in termini di inflazione reale - dipendenti da cambiamenti metodologici introdotti quest’anno e riconducibili a una crescente variazione dei prezzi al consumo dei prodotti energetici rispetto alle dinamiche tendenziali dei prezzi all’import della componente energia. La necessità di procedere ad una revisione metodol

    giovedì 8 giugno 2023

Circ. n. 21/2023

INFLAZIONE PROGRAMMATA IPCA al netto del prezzo dei beni energetici importati COMUNICAZIONE ISTAT 2023

giani.c@confcooperative.it

Come noto, l’ISTAT elabora da diversi anni l’indice inflattivo IPCA che rappresenta L’INDICATORE CUI FARE RIFERIMENTO PER IL RINNOVO DEI CCNL.

Nell’Accordo interconfederale di riforma degli assetti contrattuali cooperativi siglato tra Centrali Cooperative e CGIL, CISL e UIL il 12 dicembre 2018(1) tuttora in vigore, si continua a far riferimento a questo parametro, sottolineando però alcune specifiche modalità da utilizzare in sede di rinnovo contrattuale qui richiamate:

  • aumento dei minimi tabellari da negoziare secondo le regole condivise nel singolo settore e in funzione, ma non esclusivamente, degli scostamenti registrati nel tempo dall’IPCA al netto degli energetici importati, evitando quindi che con esso si identifichino in modo automatico e meccanico le dinamiche complessive e gli andamenti specifici di ogni settore. Ogni CCNL, infatti, potrà modificare i valori minimi tabellari anche in ragione di altri fattori quali, ad esempio, i processi di trasformazione o di innovazione organizzativa;
  • al momento non utilizziamo nessun meccanismo automatico di verifica dell’andamento di tale indice una volta decorsa la vigenza contrattuale.

Ciò detto, l’ISTAT con la comunicazione di questa mattina (allegata) certifica:

  • l’inflazione reale dell’anno 2022 e il suo scostamento da quella programmata precedentemente;
  • la nuova previsione dell’inflazione per il periodo 2023-2026;
  • alcune marginali variazioni nei dati dell’inflazione reale registrata per gli anni 2019, 2020 e 2021 e certificata in passato - che tendono tuttavia a compensarsi se consideriamo l’intero triennio 2019-2021 per il quale si registra complessivamente un leggerissimo +0,2 in termini di inflazione reale - dipendenti da cambiamenti metodologici introdotti quest’anno e riconducibili a una crescente variazione dei prezzi al consumo dei prodotti energetici rispetto alle dinamiche tendenziali dei prezzi all’import della componente energia. La necessità di procedere ad una revisione metodologica da parte dell’ISTAT era già stata segnalata dall’Istituto nella sua comunicazione dell’anno scorso(2).

Nella tabella che segue abbiamo evidenziato i nuovi tassi dell’inflazione programmata, lasciando tra parentesi le stime precedenti riferite a giugno 2022.

IPCA al netto energetici importati (variazione %)

2019

2020

2021

2022

2023

2024

2025

2026

Inflazione programmata

0,9

0,4

0,5

4,7

6,6 (2,6)

2,9 (1,7)

2,0 (1,7)

2,0

Inflazione realizzata

0,8

(0,7)

0,7

(0,5)

0,7

(0,8)

6,6

 

 

 

 

Scostamento

-0,1

(-0,2)

0,3

(0,1)

0,2

(0,3)

1,9

 

 

 

 

Dai dati messi a disposizione, è possibile evidenziare:

  • uno scostamento dell’inflazione reale del 2022 rispetto alla programmata pari ad un + 1,9% (si è verificato uno 6,6 a fronte del 4,7 previsto un anno fa);
  • un indicatore previsionale per il 2023 significativamente più alto rispetto a quello previsto dalla stima dell’anno scorso (6,6% in luogo del 2,6%);
  • un indicatore previsionale per il 2024 anch’esso più elevato rispetto alla stima dell’anno scorso (2,9% contro 1,7%);
  • un indicatore previsionale per il 2025 di poco superiore (+0,3%) rispetto alla stima dell’anno scorso (2% a fronte dell’1,7% previsto a giugno 2021);
  • una nuova proiezione sull’inflazione programmata per il 2026 pari al 2% (naturalmente non c’è alcun dato di previsione con cui confrontarlo).

Sintetizzando, rispetto alle stime dell’inflazione dell’anno scorso nel periodo 2022-2025 riscontriamo complessivamente un differenziale inflattivo in aumento per un totale di 7,4 punti percentuali, un valore piuttosto elevato rispetto a quello degli ultimi anni di comunicazione ISTAT per questo specifico indicatore, ma prevedibile alla luce delle dinamiche sui mercati già in corso da tempo.

Proprio per questo motivo, come ampiamente anticipato in premessa, ribadiamo che questi valori rappresentano un punto di riferimento cui rapportarsi in modo non automatico, stante la necessità che la dinamica retributiva legata ai rinnovi contrattuali risulti, comunque, coerente con gli andamenti specifici di ogni settore, nonché con le tendenze macro-economiche generali e del mercato del lavoro.

Come di consueto, per qualunque ulteriore chiarimento il Servizio Sindacale Giuslavoristico resta a disposizione.

 

(1) Nostra circolare n. 30 del 14 dicembre 2018 – prot. n. 5137

(2) Circolare Servizio Sindacale Giuslavoristico n. 45 del 7 giugno 2022 - prot. n. 2484.

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